correva l’anno ottanta e centododici correva su corsia d’asfalto rossa sulla centotrentuno in quel mese di settembre era la fine di settembre quel giorno fan quaranta autunni che qualcuno l’ho rimosso aveva quella macchina un motore che non era ancora quel motore del duemila che ancora non c’è in quest’anno venti di secolo ventuno di terzo millennio senza sterzo dritto contro un muro
correva l’anno ottanta quando il muro era di gomma ed era sempre meno blu volta celeste ostica con balistica pittura sulle teste d’Ustica e madre mastica l’acustica regista di quei film che come treni sui quei ferri correvano e per sempre si fermavano alle dieci e venticinque di un sabato qualunque di un sabato italiano di un posto dove il costo è ancora alto due agosto
correva l’anno ottanta quei motori che scaldavano settembre tacerono incrociati come braccia petto in fuori blu sempre più blu le tute rosse a Mirafiori con occhi aperti pugni chiusi contro abusi incluse nelle liste le callose mani e sul domani l’ipoteca dei colletti bianchi in marcia reazione in moto squarcia nessuna retromarcia l’avviso venne affisso e venne il tempo del riflusso
correva l’anno ottanta ed occhi aprivo ma che fossi privo di un futuro certo allora non l’immaginavo su quella culla stavo pianti davo cure avevo e in fondo certo era ben poco quello che chiedevo no future hey teacher la Tatcher la pace sociale sancita come pena capitale sentire non potevo ma con gli anni avrei tastato che il vento era cambiato ma che noi non si soffiava
correva l’anno ottanta e quel decennio che si apriva nella boria di quanti poi la fine della storia hanno annunciato correva anch’esso in cerca del successo sbarrandoci l’accesso al pane e alle rose come promesso prole di worker estromessa popolo oppresso quando concesso se liberato dalla nato per uccidere tra paralleli e cieli tempestati di sciagura in nome della dittatura del profitto biotta
correva l’anno ottanta e sono ottanta gli equinozi che conosco dando il tempo a dazi e strazi negli spazi della terra questa terra mia terra ci atterra chi ci narra storie terra terra clima d’anteguerra tutti giù per terga con la targa al collo tutti su la testa noi verso il tracollo di Babylon system brothers and sisters mansueti mai noi verso tempi meno bui
correva l’anno ottanta e son quaranta che io corro e scorro pagine voragini schivando ma un mondo nuovo sta pulsando nei polsi di quanti quel futuro no non l’hanno ancora scritto di quanti come sole invitto scaldan flutto di tanti nemo sì diversi che però son tutto perché la vita è bella ed è li che ci attende nemo perché la vita è bella e noi ce la riprenderemo
Poet Douglas Kearney and composer/producer/drummer Val Jeanty link up for a a compelling LP that feels like the written word come to life. Bandcamp New & Notable Mar 30, 2021